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HIV

Cos'è?

L'HIV (Human Immunodeficiency Virus, in italiano virus dell'immunodeficienza umana) è un virus in grado di colpire le cellule del sistema immunitario andando, nel tempo, a ridurre la capacità di quest'ultimo di difenderci dai microrganismi che regolarmente incontriamo nella vita di tutti i giorni.

L'AIDS (Acquired Immune Deficiency Syndrome, in italiano sindrome da immunodeficienza acquisita) è il termine che comunemente viene utilizzato per descrivere una serie di infezioni e patologie potenzialmente letali che riescono a verificarsi proprio a causa della debolezza o assenza della risposta immunitaria data dall'infezione da HIV.

Mentre l'AIDS non può essere trasmessa da una persona all'altra, ciò è possibile per il virus dell'HIV.

Attualmente non è possibile guarire dall'infezione da HIV ma, con le terapie disponibili, è possibile controllare perfettamente la replicazione virale al punto tale da permettere la completa ricostituzione del sistema immunitario. Una diagnosi precoce di infezione da HIV e l'avvio di un trattamento efficace permette alle persone HIV-positive di non sviluppare mai patologie AIDS-relate e di avere un'aspettativa di vita praticamente pari a quella delle persone HIV-negative.

Come si trasmette?

L'HIV non si trasmette facilmente da persona a persona. Il virus non diffonde infatti per via aerea come il virus del raffreddore, dell'influenza o, più recentemente, del COVID-19.

Il virus HIV si trova in alcuni fluidi corporei delle persone HIV-positive e può essere acquisito dalle persone HIV-negative solamente se il loro sangue entra in contatto con uno o più di questi fluidi.​

I fluidi che contengono sufficiente virus HIV da poterlo trasmettere sono:

  • sangue (incluso il sangue mestruale)

  • liquido spermatico

  • secrezioni vaginali

  • latte materno

  • secrezione anale

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Tutti gli altri fluidi (es: saliva, lacrime, sudore, urina, etc.) NON TRASMETTONO MAI l'infezione da HIV, indipendentemente che la persona HIV-positiva assuma o meno la terapia antiretrovirale.

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La principale modalità in cui il virus dell'HIV riesce a passare da uno dei liquidi in cui è contenuto al sangue di un'altra persona sono:

  • inoculo diretto nel sangue attraverso l'utilizzo di siringhe già usate da altri (entrate a contatto con il sangue di persone con infezione da HIV)

  • attraverso le microlesioni che si creano in TUTTI i rapporti penetrativi sulla mucosa vaginale e/o anale
  • attraverso lesioni già presenti sulla mucosa orale
  • attraverso le microlesioni che si creano sulla congiuntiva quando ci si stropiccia gli occhi a seguito del contatto con il liquido spermatico
  • attraverso tagli e ferite sulla cute

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L'HIV non si trasmette con:​​

  • lo sputo

  • lo starnuto

  • il morso

  • il bacio

  • il contatto di uno o più fluidi potenzialmente infetti con la cute integra

  • la condivisione del bagno, degli asciugamani, delle posate

  • l'utilizzo delle piscine

  • la respirazione bocca-a-bocca

  • la puntura di insetti (es: zanzare)

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In Italia e, più in generale, nell'Europa occidentale, la maggior parte delle nuove infezioni da HIV hanno come modalità di acquisizione i rapporti sessuali non protetti dal preservativo con una persona HIV-positiva che non assume la terapia antiretrovirale (es: non sa di avere questa infezione) o che non ne assume una adeguata.

Nella maggior parte dei casi, infatti, una persona con infezione da HIV pur stando bene e non avendo alcun sintomo, può trasmettere questo virus durante tutta la sua vita, anche se il periodo in cui ciò è maggiormente vero è nelle prime settimane a partire dal momento di acquisizione  dell'infezione, quando il rischio che i test HIV diano un risultato falsamente negativo è maggiore.

Non è dunque sufficiente chiedere ad una persona se ha fatto il test HIV e se l'esito è negativo, soprattutto se questa persona è occasionale o conosciuta da poco tempo.

Le persone con infezione da HIV stabilmente in terapia antiretrovirale hanno, in oltre il 97% dei casi, il virus non rilevabile nel sangue (= undetectable, = viremia azzerata) e pertanto non possono trasmettere tale infezione attraverso i rapporti sessuali (orali, vaginali, anali) anche non protetti (no preservativo).

Nell'ultimo decennio, in Italia, la maggior parte delle persone cui è stata diagnosticata un'infezione da HIV hanno come modalità di acquisizione rapporti vaginali e/o anali senza condom (preservativo). In teoria è sempre possibile acquisire tale infezione attraverso i rapporti orali, ma, dal punto di vista pratico, tale evenienza è estremamente rara e va considerato nel caso in cui:

  • la persona che sta facendo il rapporto orale ha delle ferite, lesioni, ulcere in bocca, sulla lingua e/o sulle labbra,

  • la persona che sta ricevendo il rapporto orale ha delle ferite, vescicole, ulcere, arrossamenti, secrezioni a livello genitale o se ha appena acquisito l'infezione da HIV dal momento che la carica virale sarebbe estremamente elevata

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Le persone più a rischio di acquisire un'infezione da HIV sono:

  • persone che hanno od hanno avuto un partner con infezione da HIV;

  • persone che provengono da aree del mondo ad alta prevalenza di HIV (es: Africa Sud-Sahariana, Sud-Est Asiatico, America Latina, etc.)

  • persone con partner sessuali che provengono da aree del mondo ad alta prevalenza di HIV (es: Africa Sud-Sahariana, Sud-Est Asiatico, America Latina, etc.)

  • persone che fanno uso di "chemsex" (l'utilizzo di determinate sostanze (chems) in associazione ai rapporti sessuali (sex) aumenta la disinibizione e la libido, con conseguente incremento esponenziale di comportamenti sessuali a rischio elevato per acquisizione di HIV (es: rapporti con numerosi partner e senza preservativo) (vedi "glossario")

  • uomini che hanno rapporti con altri uomini senza l'uso del preservativo

  • persone che fanno uso di droghe per via endovenosa e che si scambiano le siringhe ed i parafernalia con altri/e

  • persone che hanno rapporti sessuali senza l'uso del condom con persone che fanno uso di droghe per via endovenosa e che scambiano le siringhe ed i parafernalia con altri/e

  • persone che scambiano dildo/sex toys con persone con infezione da HIV

  • persone che hanno avuto delle altre infezioni a trasmissione sessuale (es: sifilide, gonorrea, etc.) e/o epatite B e/o epatite C

  • persone con numerosi partner sessuali

  • persone che hanno subito una violenza sessuale (sia orale che penetrativa)

  • persone che hanno ricevuto una trasfusione di sangue e/o emoderivati o che hanno subito procedure invasive (es: interventi chirurgici o odontoiatrici) in Paesi dove non vi sia un adeguato controllo per infezione da HIV in ambito sanitario e parasanitario

  • sebbene il rischio sia estremamente basso, operatori sanitari che si pungono accidentalmente con aghi utilizzati per effettuare procedure su persone affette da HIV

  • neonati nati da mamme che non sono a conoscenza della propria positività per infezione da HIV (e che quindi non assumono alcuna terapia antiretrovirale)

Come si diffonde e quali sono i sintomi?

Il bersaglio dell'HIV è proprio il sistema immunitario che, anno dopo anno, venendo progressivamente danneggiato, ad un certo punto non risulta più in grado di contrastare i vari microrganismi, anche quelli con cui conviviamo quotidianamente e che non sarebbero mai in grado di causarci dei danni.

Le cellule del sistema immunitario che costituiscono il bersaglio prediletto dell'HIV sono un particolare tipo di linfociti, detti CD4+, che hanno il compito di proteggere l'organismo da batteri, virus e altri microrganismi.

Una volta all'interno dei linfociti CD4+, il virus utilizza le strutture di queste cellule per replicarsi centinaia e migliaia di volte fino a quando questi linfociti, ripieni di HIV, non scoppiano, rilasciando nel sangue migliaia di nuove copie di virus HIV che andranno ad infettare nuove cellule CD4+, perpetuando il circolo all'infinito e facendo prosperare l'infezione.

Negli anni, nonostante vi siano sempre nuovi linfociti CD4+ prodotti dal nostro sistema immunitario, il bilancio risulta essere sempre più in negativo, determinando così una progressiva riduzione del numero complessivo di questi linfociti. Dopo una media di 5-10 anni dall'acquisizione di HIV, il numero dei linfociti CD4+ scende al di sotto delle 200 cellule/mmc di sangue, andando a definire così l'inizio della fase di AIDS. 

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In circa l'80% dei casi, 2-4 settimane dopo l'acquisizione di HIV, si verifica un quadro simil-influenzale (sindrome retrovirale acuta) caratterizzato da:

  • febbre

  • mal di gola

  • eritema (rossore cutaneo diffuso)

  • stanchezza,

  • dolori articolari diffusi

  • dolori muscolari diffusi

  • diffuso ingrossamento dei linfonodi

 

Questi sintomi solitamente spariscono spontaneamente nel giro di 7-14 giorni. Da questo momento in poi, sino al crollo del sistema immunitario che definisce l'inizio dell'AIDS, l'infezione da HIV non da più segno di sè. La persona HIV-positiva sta bene, si sente bene ed è completamente asintomatica per anni. Nonostante ciò, tuttavia, il virus continua ad essere presente e a replicarsi, causando, negli anni, il progressivo avvicinarsi dell'AIDS. Questa è caratterizzata da:

  • infezioni ricorrenti e potenzialmente letali

  • perdita importante ed involontaria di peso

  • diarrea cronica

  • sudorazioni notturne

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I sintomi della sindrome retrovirale acuta non sono assolutamente specifici. Sono infatti gli stessi sintomi che compaiono durante la maggior parte delle infezioni virali (influenza, mononucleosi, raffreddore, etc.). La presenza di questi sintomi non permette di fare diagnosi di infezione da HIV così come la loro assenza non permette di escluderla.

L'unico modo per verificare il proprio stato per HIV è quello di fare un test HIV. In qualsiasi momento viene fatta la diagnosi di infezione da HIV, l'inizio della terapia antiretrovirale garantisce lo stop dello scivolamento verso l'AIDS e previene la comparsa di tutte le patologie che la caratterizzano.

Diagnosi

Il test HIV è l'unico modo certo per escludere o confermare la presenza dell'infezione. Come detto sopra, infatti, i sintomi sono aspecifici e possono non comparire per anni.

Tutte le persone dovrebbero fare il test HIV almeno una volta nella vita e, nella maggior parte dei casi, ben più spesso. Sapere di avere questa infezione è infatti fondamentale per poter accedere alla terapia e garantirsi così sia una lunga e sana vita che di non rappresentare un potenziale pericolo per i propri partners.

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Considerazioni sui test HIV

La diagnosi di infezione da HIV non si basa MAI sull'esito positivo di un solo test. Tutti i test possono infatti sbagliare (falsi positivi) e dunque, prima di iniziare la terapia antiretrovirale, un test HIV positivo deve essere confermato attraverso la positività di almeno un altro test HIV che utilizzi una tecnica diversa (non va ripetuto quindi esattamente lo stesso test, anche se magari in entrambi i casi è necessario fare il prelievo di sangue).

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Esistono diversi tipi di test HIV, ciascuna con i propri vantaggi e svantaggi, ma per TUTTI è necessario considerare il PERIODO FINESTRA. Questo è tipico di tutti i test che si basano sulla rilevazione degli anticorpi e corrisponde al lasso di tempo in cui il nostro sistema immunitario non ha ancora fatto in tempo a produrre quanto cercato dal test (anticorpi vs HIV).

Un risultato negativo di un test HIV potrebbe  dunque avere due spiegazioni:

  1. non si è mai entrati in contatto con il virus cercato (es: HIV)

  2. si è entrati in contatto con il virus cercato ma da talmente poco tempo che il sistema immunitario non è ancora riuscito a produrre gli anticorpi contro tale virus (che sono quelli ricercati dal test)

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Per distinguere quale delle due opzioni è quella valida è necessario considerare il tempo intercorso tra l'ultimo episodio a rischio in cui potremmo aver acquisito l'infezione da HIV (evento "X", es: rapporto penetrativo con partner occasionale senza utilizzo del preservativo) e la data di esecuzione del prelievo del test.

  • Se il lasso di tempo è superiore ai 3 mesi, l'esito negativo del test HIV è solido ed affidabile;

  • Quanto più il lasso di tempo è inferiore ai 3 mesi, tanto più è probabile la seconda opzione e la solidità del risultato negativo cala progressivamente sino a non riuscire a dire più nulla se l'evento è accaduto nelle ultime 4 settimane.

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Un altro fattore da considerare è poi il tipo di test HIV effettuato:

  • prelievo di sangue con test HIV Ag/Ab (4^ generazione)

    • PRO: periodo finestra​ ridotto a 2-3 settimane con solidità di un risultato negativo dell'80% ad 1 mese dall'evento "X" grazie alla possibilità di rilevare non solo gli anticorpi ma anche l'antigene

    • CONTRO: disponibile solo in alcuni laboratori, talora il risultato può impiegare qualche giorno prima di essere disponibile

  • prelievo di sangue con test HIV Ab (3^ generazione)

    • PRO: tutti i test HIV attualmente disponibili sono di tale generazione​

    • CONTROtalora il risultato può impiegare qualche giorno prima di essere disponibile

  • test rapido su sangue (tanti di 3^gen (es: quello disponibile in farmacia), solo uno di 4^ gen)

    • PRO: non necessita di prelievo (si punge il dito come per il controllo della glicemia), il risultato è disponibile entro 20 minuti​

    • CONTRO: utilizzando una tecnica meno sofisticata, la capacità del test di rilevare gli anticorpi (e l'antigene) necessità di livelli maggiori rispetto ai test di laboratorio. Quindi, il 90% di solidità di un risultato negativo si raggiunge a 3 mesi dall'evento "X", non prima.

  • test rapido su fluido orale (3^gen)

    • PRO: non necessità di prelievo e/o pungidito, il risultato è disponibile entro 20 minuti​

    • CONTRO: l'utilizzo del fluido orale rende meno affidabile il risultato negativo del test, anche a distanza di oltre 3 mesi.

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Indipendentemente dal tipo di test, il test HIV può essere effettuato in diversi modi:

  • presso laboratori privati (costo a totale carico dell'utente, non anonimo)

  • con la prescrizione del proprio Medico di Medicina Generale (costo del ticket sanitario, non anonimo)

  • presso centri di screening HIV/infezioni sessualmente trasmesse (gratuito, possibilità di anonimato)

  • presso i Servizi per le Dipendenze patologiche (SerD) (gratuito, possibilità di anonimato/pseudoanonimato)

  •  presso associazioni/luoghi di ritrovo delle principali popolazioni a rischio (es: associazioni contro le violenze, centri LGBTQI, comunità di recupero per tossicodipendenti, etc.)

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N.B.: Il test HIV è di scarso significato se non associato ad un counselling. Questo è infatti un momento in cui vengono raccolte le informazioni necessarie per interpretare correttamente l'esito del test (es: periodo finestra), informare sulle modalità di trasmissione dell'infezione da HIV e sulla necessità di confermare tale esito con le relative tempistiche, dando così all'utente una comprensione a tutto tondo del proprio esito.

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Quando fare il test HIV

Almeno una volta nella vita: TUTTI.

Quando si presentano i sintomi di una potenziale infezione acuta da HIV o di AIDS: TUTTI.

A cadenza regolare: TUTTE le persone SESSUALMENTE ATTIVE.

La frequenza di tali tempistiche vengono definite al momento del counselling pre-test da parte di personale adeguatamente formato.

Trattamento

Le persone che hanno ricevuto una diagnosi di infezione da HIV devono essere seguite da un centro specializzato nel trattamento e monitoraggio di questa infezione. Oggigiorno l'avvio di una terapia antiretrovirale altamente efficace (HAART - Highly Active AntriRetroviral Treatment) viene proposto immediatamente dopo la diagnosi, al fine di iniziare sin da subito a ridurre la replicazione virale, riducendo lo stress sul sistema immunitario e la possibilità di trasmissione.

Al giorno d'oggi la HAART consente di controllare perfettamente l'infezione da HIV, ma deve essere assunta costantemente così come illustrato al momento della visita medica, senza sospensioni.

Il monitoraggio della HAART si basa sull'esecuzione di due test:

  1. HIV-RNA (viremia): è il quantitativo di copie virali per cc di sangue. Rappresenta l'entità della replicazione di HIV e correla sia con il recupero/mantenimento immunitario che con la possibilità di trasmettere l'HIV attraverso i rapporti sessuali. L'obiettivo dell'HAART è il raggiungimento e poi mantenimento di livelli di HIV-RNA< 50 cp/mL

  2. Linfociti CD4+: rappresenta il numero di linfociti CD4+ presenti in un cc di sangue. Maggiore è il numero dei CD4 (>500/mmc è un valore considerato normale), più il sistema immunitario è forte e l'AIDS lontana.

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Farmaci antiretrovirali

L'HAART si basa su una combinazione di più principi attivi al fine di bloccare la replicazione di HIV a più livelli ed impedire che il virus impari a diventare resistente.

Solitamente vengono impiegati 2-3 principi attivi per contrastare la replicazione virale anche se, negli anni, si è cercato di facilitare l'assunzione della terapia antiretrovirale compattando varie combinazioni di farmaco all'interno di un'unica compressa. Questi sono i cosiddetti "Single Tablet Regimen (STR)".

 

Obiettivo dell'HAART è il raggiungimento di HIV-RNA<50 cp/mL di sangue (= viremia azzerata, =undetectability) entro il 6° mese dal suo avvio.

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Molti farmaci antiretrovirali interagiscono con altri farmaci che possono essere assunti sia per il trattamento di altre patologie (es: ipertensione, diabete, etc.) su prescrizione medica o acquistati autonomamente in farmacia o in erboristeria (es: prodotti da banco, spray nasali, integratori, erba di San Giovanni (iperico), etc.). Anche molte sostanze ricreative o stupefacenti possono interagire con i farmaci antiretrovirali. E' dunque importante discutere con il proprio medico tutte le possibili sostanze assunte per poter così valutare l'effetto di queste sull'HAART e viceversa.

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